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La scienza negata. Il caso italiano
“Il disinteresse dei gruppi dirigenti verso la scienza, l’aria di sufficienza che settori importanti dell’intellettualità manifestano nei confronti del sapere e l’opinione che, tutto sommato, gli studi di fisica, chimica o biologia abbiano, nella migliore delle ipotesi, una qualche «pratica utilità».”
“La paura della scienza è ormai un dato culturale spontaneo, insito in certe nostre classi dominanti.”
“Agli «ingegni minuti» si poteva concedere d’interessarsi all’aritmetica o alla botanica.”
“La scienza è nemica e dev’essere emarginata. E questo si può ottenere con molti mezzi, non solo assegnando meno fondi alla ricerca scientifica.”
“La buona salute del sapere ha certamente bisogno di cervelli singolari, ma ha soprattutto necessità di schiere di ricercatori tenaci, finanziamenti adeguati e progetti a lungo termine: con la clausola secondo cui la ricerca fondamentale è prioritaria.”
L’esaltazione dei valori umanistici, la predilezione della cultura letteraria rispetto a quella scientifica, la “libertà di ricerca” intesa astrattamente e dogmaticamente, furono tratti condivisi dal crocianesimo, dalla cultura cattolica e dagli intellettuali più influenti del PCI.